Film Miyazaki
Prima di allietarvi con i miei tre film preferiti di questo megagalattico regista, produttore, sceneggiatore, animatore, autore e artista manga giapponese, magari è bene avere un idea di chi è costui e di quale carriera spettacolare ha avuto. Eh sì, perché si è ritirato dopo ben 50 anni di rosea e fortunatissima carriera.

Ma vediamo chi è questo Walt Disney giapponese, che si è conquistato questo soprannome grazie all’animazione mozzafiato, alla fantasia e alla bellezza delle sue storie. È grazie al suo lavoro, infatti, che l’animazione giapponese si è elevata al livello di quella di Disney.
Vita/ Inizi carriera

Hayao Miyazaki nacque a Bunkyō, uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo, il 5 gennaio 1941, secondo dei quattro figli dell’ingegnere aeronautico Katsuji Miyazaki e di sua moglie Dola .
Nonostante il conflitto bellico, trascorse la sua infanzia tranquilla insieme ai fratelli Arita (1939), Yutaka (1944) e Shirou. Miyazaki visse infatti in condizioni agiate poiché suo padre Katsuji era direttore della Miyazaki Airplane, azienda di famiglia che produceva componenti aeronautici. Tra queste produzioni figurano anche i famosi e temutissimi caccia Zero, centrali nella trama del suo ultimo film Si alza il vento.
Nel dopoguerra, il padre passò poi a lavorare, sempre in qualità di ingegnere, per conto della Toyo Radiator Company. Il lavoro del padre e l’azienda di famiglia contribuirono alla grande passione che Miyazaki sviluppò fin da piccolo per il volo e per le macchine volanti e che divenne in seguito uno degli elementi ricorrenti nella sua produzione artistica. Tra il 1947 e il 1955, quando Miyazaki aveva tra i 6 e i 14 anni, sua madre Dola fu ricoverata quasi ininterrottamente in ospedale per una tubercolosi spinale dalla quale si riprese, fino alla morte avvenuta nel luglio 1980. A questo evento il regista fece poi un esplicito riferimento nei film Il mio vicino Totoro e Si alza il vento.
Miyazaki ha iniziato la sua carriera nel 1963 come animatore presso lo studio Toei Douga, e successivamente è stato coinvolto in molti tra i primi classici dell’animazione giapponese. Fin dall’inizio, ha attirato l’attenzione per la sua incredibile capacità di disegno e il flusso apparentemente infinito di idee cinematografiche che proponeva.
Dopo una serie di cambi di studi cinematografici e dopo aver diretto, nel 1978, le serie tv Conan il ragazzo del futuro e il Castello di Cagliostro, ma soprattutto dopo il successo del film Nausicaa (di cui aveva creato il manga due anni prima, quindi è anche un grande mangaka e disegnatore) del 1984, fonda un nuovo studio di animazione lo Studio Ghibli, con il suo amico Isao Takahata. Qui vedremo la sua maestria nello scrivere, dirigere e produrre film di animazione di grande successo, veri e propri capolavori!
Da qui alterna il ruolo di regista con quello di produttore, sceneggiatore, creatore di cortometraggi, artista di manga Una carriera ricca e piena di successi, nonché riconoscimenti e Award di un certo spessore.
I lavori di Miyazaki sono moltissimi, e qui non mi dilungo, elencandovi solo alcuni dei suoi lavori, giusto per farvi un’idea della grafica, dei temi che tratta, della bellezza della storia e della sua profondità:
- Lupin III – Il castello di Cagliostro (1979)
- Nausicaä della Valle del vento (1984)
- Laputa – Castello nel cielo (1986)
- Il mio vicino Totoro (1988)
- Kiki – Consegne a domicilio (1989)
- Porco Rosso (1992)
- I sospiri del mio cuore (1995)
- Princess Mononoke (1997)
- La città incantata (2001)
- Il castello errante di Howl (2004)
- Ponyo sulla scogliera (2008)
- Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento (2010)
- Si alza il vento (2013)
Miyazaki si ritira nel 2013, confermando ciò che era stato annunciato alla 70ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia in occasione della presentazione del film Si alza il vento, anche se nel 2016 collaborerà alla realizzazione di un corto.
Indice dei contenuti
I Miei 3 Anime preferiti di Miyazaki
I film precedentemente elencati li ho visti praticamente tutti e tutti mi hanno lasciato qualcosa. Prima di tutto una grande emozione, e un senso di soddisfazione: dall’inizio alla fine rimani letteralmente con gli occhi incollati allo schermo, non vuoi perderti nulla!
Alcuni, però, hanno attirato la mia attenzione più di altri, tanto da arrivare a vederli molto più di due o tre volte, spesso insieme alla mia piccola duenne, che ha altamente gradito la grafica e la storia, tanto da preoccuparsi di tanto in tanto per i vari personaggi.
Ed ecco il mio trittico di Miyazaki, che pure esclude un altro dei miei preferiti, ovvero La città incantata, che ho messo per ora da parte solo perché la mia piccola non è stata incantata tanto quando me… Forse per lei è un po’ troppo ricco di personaggi e colori e le dinamiche sono veloci e galoppanti, ma resta consigliatissimo!
Il castello errante di Howl
La storia inizia con la giovane Sophie, che lavora senza sosta nella boutique di cappelli. La giovane è presa dal suo lavoro e dal suo mondo, ed è di certo molto differente dalla sorella, decisamente più appariscente e chiacchierina. Un giorno, per andarla a trovare, per caso o per volere del destino, Sophie si imbatte nel giovane e affascinante Howl, un mago tra i più potenti e misteriosi, che si dice sia attratto dalle giovani ragazze di bell’aspetto. Nonostante Sophie non si ritenga abbastanza interessante da attirare la sua attenzione, Howl le fa assaggiare un po’ della sua magia, portandola a passeggiare sulle case. Li vede la strega del Nord, che cerca di prendere il cuore di Howl ed acquisirne i poteri. Per attirare il mago, la strega maledice Sophie, trasformandola in una vecchia signora di 90 anni.

La giovane, non sapendo cosa fare e soprattutto non potendosi mostrare in quella maniera, scappa via dalla città e si dirige verso il castello di Howl. Dopo averlo trovato, e senza far riferimento al maleficio, si fa assumere dall’apprendista di Howl come donna delle pulizie, per trovare un modo per ritornare se stessa. Ovviamente il castello è magico ed è guidato e alimentato da Calcifer, il demone fuoco, legato alla vita di Howl. Riuscirà Sophie a ritrovare se stessa? Che cosa si cela dietro il misterioso Howl? E che cosa lo lega a Calcifer?
Totoro
La storia inizia con l’arrivo in una città rurale di Satsuki e Mei, due sorelle che vengono portate dal padre, in una vecchia casa di campagna, immersa nel verde e circondata da grandi alberi, vere e propri giganti verdi.Qui la famiglia ha la possibilità di stare più vicino alla madre, che è ricoverata in ospedale.

Da subito le due bambine incontrato strani spiritelli, che, a quanto dice la nonnina, che vive lì vicino e che le aiuta nelle faccende, sono spiritelli che vivono nelle case abbandonate. Basta essere felici e far entrare la luce per farli scappare via.
Le due sorelle, curiose e allegre, di certo non si spaventano, ma, anzi, vedono davanti a sé grandi avventure, che diventano sempre più magiche quando incontrano lo spirito della foresta, TOTORO…
Ponyo
Ponyo è un pesce rosso, che vive nelle profondità del mare, insieme alle sorelle e al padre, che cerca, con le sue pozioni magiche, di mantenere l’equilibrio tra il mare e la terraferma e di proteggere le creature marine dall’inquinamento.
Sulla terraferma, invece, abbiamo Sasouke, 5 anni, che vive con la madre e che comunica la sera col padre, che vive sulle navi, mediante segnali luminosi.

Ponyo è una creaturina forte, dispettosa e molto curiosa. Un giorno riesce a uscire dall’ampolla creata dal padre per proteggerla e ad arrivare alla terraferma. Qui viene salvata da Sasouke, che la mette nel suo secchiello, per proteggerla. Prima di essere recuperata dal padre, Ponyo mangia del prosciutto, e, ancora prima, assaggia del sangue di Sasouke, che le permetterà di avere delle metamorfosi, che la porteranno a diventare un’umana. Il sogno di Ponyo è quello di stare con Sasouke per sempre: riuscirà a realizzarlo o ritornerà nell’ampolla con le sue sorelle?
Opinioni
Miyazaki, in quasi tutti i suoi film, tratta determinate tematiche, che possiamo ritrovare anche in questo meraviglioso trittico. Si tratta di tematiche di un certo spessore, come l’inquinamento e la forza femminile, lasciando nei suoi film messaggi ben più profondi delle principesse e principi azzurri di Walt Disney.
In tutte le sue opere, possiamo notare alcune somiglianze nei temi trattati, quindi notiamo la sua genialità ma soprattutto la profondità, che impone alle sue opere .
Tra le diverse caratteristiche dei film di Miyazaki, in questi tre lavori ritroviamo soprattutto tre aspetti:
- I protagonisti sono giovani, spesso di sesso femminile. Talvolta personaggi femminili e maschili si alternano: Sophie e Howl, due sorelline e il padre, Ponyo e Sasouke. I personaggi femminili sono decisamente forti, di carattere, con idee proprie. Non si fanno salvare, ma anzi combattono per ciò che credono o raggiungono ciò che desiderano. Sophie vuole ritornare se stessa, abbandonando la famiglia e la sua città, creandosi il suo futuro e accettando la sua situazione senza piangersi addosso. Satsuki e Mei, anche se soffrono per la mancanza della madre, cercano di vivere come meglio possono, senza essere di peso al padre che lavora. Sono entrambe forti, anche se piccine, come mostra bene Mei, che, per testardaggine, decide di andare da sola, a 4 anni, dalla madre in ospedale, o Satsuki, che la cerca ovunque, anche nella foresta. Ponyo è una piccola di 5 anni, che decide di voler essere un’umana per stare con Sasouke, è forte, decisa e caparbia, si mette contro al padre, sapendo cosa è meglio per lei. Anche la madre, la dea del mare, è una donna forte, calma e saggia, di cui anche il marito ha un po’ paura. Insomma, tutte donne con un certo carattere, che non sono da meno degli uomini, anzi, forse hanno qualcosa in più.
- In molti film, i personaggi volano. Forse è un richiamo all’adolescenza di Miyazaki, visto che il padre produceva aeroplani. Ne Il castello errante di Howl, a volare non è solo il castello: in diverse occasioni Sophie si ritrova a volare con Howl, oppure Howl si trasforma in un grosso uomo con ali nere. In Totoro, vediamo volare le protagoniste insieme a Totoro, oppure sull’autobus gatto. In Ponyo, il tema del volo è più metaforico: vediamo la protagonista correre sulle onde, quasi voglia spiccare il volo.
- Spesso nei suoi film, come si vede bene in Totoro e in Ponyo, Miyazaki tratta tematiche importanti e di interesse comune, come l’inquinamento e la grande importanza nella natura. Il padre di Ponyo si lamenta dell’inquinamento dei fondali marini, trattati come una specie di pattumiera degli oceani, e vuole difendere la naturale bellezza di questi ambienti, e quindi la possibilità delle creature di viverci. In Totoro, invece, si nota la bellezza delle campagne rurali, dove la modernità non ha ancora attecchito, e l’uomo riesce ancora a godere di meravigliose foreste. Ne Il castello errante di Howl, questa tematica non si vede, ma possiamo notare come lo stesso Howl sia disgustato dal genere umano, e dal fatto che vogliano costringerlo a combattere. (Notiamo, per inciso, che molti dei film di Miyazaki criticano l’uso della violenza come mezzo, promuovendo invece una pacifica riconciliazione con i propri nemici) Una scena raccapricciante che richiama una forma di inquinamento, la vediamo nella sua vasca da bagno. In ogni caso, in tutti e tre i film la natura risulta essere rappresentata graficamente in tutta la sua maestosità e bellezza, mediante veri e propri quadri da ammirare lungo il film. A volte sembra di stare dentro l’immagine, al punto da riuscire a rilassarsi insieme ai personaggi, come in Totoro, un film tanto dolce e quieto, proprio per i suoi paesaggi.
- Quasi tutti I film di Miyazaki rappresentano la classe lavoratrice, in quello che è quasi un omaggio. Sia in Totoro che in Ponyo ciò è parecchio evidente, dai contadini della campagna rurale dove lavora anche la nonnina, ai pescatori e i loro pescherecci. Anche ne Il castello errante di Howl, si vedono molti personaggi al lavoro, come la sorella di Sophie o la stessa Sophie, che inizia la sua avventura uscendo dal suo posto di lavoro.
- In quasi tutti i film, vediamo i personaggi femminili fare le pulizie: Sophie fa la donna delle pulizie per Howl, ma anche le due sorelline di Totoro si occupano di pulire la casa.
- Spesso a personaggi normali ed umani, sono contrapposti personaggi magici o spiriti. Per esempio, Howl è un mago, mescolato con il potere demoniaco di Calcifer, e Sophie una semplice umana, ma dal forte carattere.
- I film spesso coinvolgono protagonisti umani che entrano in una terra strana che è proibita o altrimenti inaccessibile. Sophie che va nel magico castello, che è proibito, Mei e Satsuki vanno nella foresta dove ci sono gli spiriti, che è la casa di Totoro.
- I film spesso presentano macchine incredibilmente complesse gestite da strani personaggi maschili: il castello mobile di Howl di Calcifer, o il “sottomarino” del padre di Ponyo.
- Un altro elemento che si può notare è che in quasi tutti i film ci sono grandi abbuffate, pranzi o colazioni ricche e gustose, sempre piacevoli da vedere che poi fanno venire voglia anche a te di mangiare!
Dopo aver analizzato le caratteristiche comuni a quasi tutti i film di Miyazaki, vediamo perché, a mio modesto parere, dovreste vedere queste opere, da soli o con i vostri piccoli di ogni età.
Cominciamo da Il castello errante di Howl. La grafica è nuova e diversa dagli anime a cui siamo abituati, i colori sono vivaci e d’impatto, i paesaggi sono una meraviglia per gli occhi, per non parlare della fantastica porta all’interno del castello di Howl, che ti trasporta in luoghi diversi, a seconda di come giri la maniglia! Una sorpresa continua, come la magia che aleggia intorno alla storia, ai poteri magici, agli stregoni e alle streghe, alla guerra che incombe su tutto. Ma tutto diventa una nota di sottofondo alla storia principale, la storia di Sophie e della sua ricerca per porre fine alla maledizione, ma anche la sua scoperta di Howl, di chi è veramente. Lo spettatore viene affascinato dai due protagonisti: lei, una forza della natura, sempre con il sorriso, ma pronta a tirare fuori le unghie, non si fa sconfiggere neanche dalla condizione di vecchia novantenne, ma cerca una via per continuare a vivere; lui, invece, bello e affascinante, lo scopriamo poco alla volta, fino a capire che il legame di Sophie e Howl è voluto dal destino e nasce nel passato del protagonista. Quindi una dolcissima e delicata storia d’amore, che attraversa difficoltà e rivolgimenti, tra cui la guerra.
Il mio vicino Totoro è stata una vera scoperta. Prima ancora di conoscere Miyazaki e le sue opere, trovai questo curioso personaggio tra i vari peluche e decori per camere da letto. Mi innamorai subito di questo fantastico e puccioso grosso gatto-coniglio, e poi iniziai le mie ricerche, fino a vedere il film. Non sapevo che fosse uno spirito delle leggende giapponesi, ma inventato dallo stesso Miyazaki, fatto che ne mostra la genialità unica. Il personaggio è talmente riuscito che gli è stata dedicata anche una statua.
Ma torniamo al film. La storia è ispirata all’adolescenza del regista, quando la madre si ammalò e fu ospedalizzata per un lungo periodo. Nel film, infatti, vediamo due bambine, dallo spirito forte e allegro, che affrontano, per quanto possibile, la situazione con positività.
È affascinante il modo in cui le due sorelline affrontano da subito la presenza di possibili spiriti nella loro nuova casa, che compaiono da principio sotto forma di deliziosi e fluffosi batuffoli neri (come dice mia figlia, fluffosi ragnetti), che vivono, al dire della nonnina, all’interno di case abbandonate, e che sono spaventati dalle risate e dalla luce. Le due bambine mostrano grande coraggio e, invece che scappare o urlare, ridono insieme al padre a squarciagola!
Fantastico l’incontro di Mei con Totoro: la sua curiosità trascina anche noi nella sua corsa nel tentativo di acchiappare i due baby totoro. Inseguendoli, Mei entra nella foresta, cade su qualcosa di soffice e scopre di essere sulla pancia di Totoro, che guarda incuriosito la piccola visitatrice, e poi si addormenta con lei.
Satsuke è un po’ incredula, ma finché anche lei lo incontra in una giornata piovosa. Le due bambine lo dicono al padre, e… sorpresa! Il padre non è incredulo né sbigottito. Anzi, ritiene che le figlie siano state fortunate ad aver incontrato lo spirito della foresta, al punto che le accompagna fino alla grande quercia dove Mei pensa di riconoscere la casa di Totoro.
Un modo fantastico per non distruggere la fantasia delle bambine, oggi forse impensabile, dato che viviamo in un mondo che non trova il tempo di credere alle leggende e alle tradizioni
Quindi un film, che inizialmente sembra povero nella trama, ma, nel momento in cui arriva Totoro, tutto prende un’altra piega, tutto diventa magico e fiabesco, come anche i paesaggi e la natura, rappresentati con un soffio di leggerezza. Quasi senti la brezza sul volto insieme a Satsuke quando sale sull’autobus gatto, che sorvola la campagna alla ricerca di Mei.
Non vi dico la mia piccolina, affascinantissima da Totoro, dalle danze per la crescita dei semi e dalle musiche delicate che avvolgono il film. Piacevole esteticamente e per la leggerezza con cui le bambine vivono le varie avventure della vita.
Ponyo sulla scogliera ho iniziato a vederlo solo perché ritenevo fosse adatto alla mia duenne. Poi, però, sono rimasta affascinata dai colori sgargianti del fondo marino e della natura circostante, ma anche dal modo in cui viene rappresentato l’inquinamento, molto utile per sensibilizzare sul tema. Da scienziata marina, trovo che i film di Miyazaki siano particolarmente utili per l’educazione ambientale dei giovani.
Il film è unico nel suo genere, sia che lo si guardi con occhi adulti che infantili. La sensazione è, in ogni caso, di pura magia. Di certo la mia piccolina si è divertita a vedere Ponyo trasformarsi da pesciolino rosso in bambina forte e coraggiosa, cocciuta e caparbia, che sa quello che vuole e fa di tutto per averlo. Arriva anche a fare dispetti al padre, senza sapere quali danni sta producendo. Il padre è quindi costretto a intervenire, non solo per riportare la figlia nei fondali, visto che ritiene che gli uomini siano una massa di sudici inquinatori, ma anche per mantenere l’equilibrio terrestre e marino. Ponyo, infatti, avendo bevuto diverse pozioni magiche, e andando contro la propria natura, ha creato un disequilibrio che deve essere sistemato. Ed ecco che, per fare questo, entra in scena la dea del mare, la madre di Ponyo, la quale, dopo essersi confrontata con la madre di Sasuke, chiude la faccenda con una decisione definitiva.
Quindi vediamo tre donne forti, le due mamme e Ponyo, personaggi femminili umani e non, dalla straordinaria forza interiore. Forse è l’amore di Miyazaki per la madre persa, o forse la consapevolezza che le donne sono una forza della natura!
I film di Miyazaki non sono solo opere d’arte, in cui l’animazione è pura magia. I personaggi sono avvincenti e ricchi di personalità, i paesaggi unici nel loro genere. Si tratta di film pieni di colore, di storie galoppanti in cui tutto ha un suo perché, con un finale che non ci delude mai. Insomma pura magia sullo schermo. Consigliatissimo, sia coi bambini che senza.
Credits
Fonte consultata ed Immagini: imdb.com (sito in inglese), wikipedia.org, rottentomatoes.com (sito in inglese), Roger Ebert-Totoro (sito in inglese, non più attivo), Roger Ebert – Ponyo(sito in inglese, non più attivo), britannica.com (sito in inglese).

È il braccio destro di Haruka e su Shoujo Love si occupa un po’ di tutto. Amante dei dolci e del buon vino, nella vita reale è pasticcera e sommelier.

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