Ijime, il bullismo alla giapponese
Il paese dei fiori di ciliegio sarà veramente tutto rosa e fiori? Oppure c’è un’ombra che l’avvolge? Scopriamo insieme questo aspetto del Giappone.
Come mai un paese così perfezionista e ligio al dovere si ritrova con casi molto seri di bullismo?
Sfortunatamente il Giappone non è un paese tanto diverso dagli altri sotto questo punto di vista, anzi risulta ben omologato al resto del mondo. I più deboli sono succubi, vittime, di persone e molto spesso di gruppi che si prendono gioco di loro, per qualsiasi dettaglio. Cerchiamo di capire perché e come questo fenomeno si sviluppa.
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Bullismo, come e verso chi
Il bullismo non è un argomento nuovo per noi, è presente anche qui in Italia, ma quello nel Sol Levante ha una connotazione particolare. Infatti l’ ijime è un bullismo ostracizzante in cui un gruppo, anzi il gruppo dominante, nella classe sceglie il soggetto che dovrà essere vittima di tormenti, sia fisici che psicologici. Quest’ultimo aspetto infatti è quello su cui puntano di più i bulletti. Essi tendono a isolare la vittima e obbligano gli altri a non interagire con essa lasciandola completamente in balia di se stessa.
Sono molto metodici nel loro modo di perseguitare, infatti si inizia con le puntine da disegno sulla sedia, alle scarpe rotte, bagnate o scomparse dagli armadietti, ai banchi scritti con insulti e disegni dispregiativi; tutto questo fino ad arrivare a casi anche piuttosto gravi in cui i ragazzi vengono ricattati e devono costantemente pagare i propri aguzzini. La domanda che può sorgere spontanea è quali siano le categorie che subiscono più frequentemente questi atti. La risposta non tarda ad arrivare, le vittime in genere vengono scelte tra i ragazzi o le ragazze che presentano delle diversità dal gruppo, che può essere la semplice timidezza o un più serio problema fisico.
Ijime nei manga e negli anime
Nonostante sia un fenomeno frequente, i manga o gli anime raramente ne trattano. Quelli che lo fanno è perché vogliono mettere in evidenza questa piaga sociale o perché essi stessi ne sono stati vittime. Porterò ad esempio come esempi Koe no katachi (A Silent Voice ), Vitamin, Life – vivere per vivere e infine Kimi ni todoke (Arrivare a te).
Koe no katachi
La storia è incentrata principalmente su due ragazzi, il bulletto Shoya e la ragazza sorda Shoko che per parlare con gli altri utilizza un quaderno.
Le vicende ruotano attorno alle difficoltà della piccola nel rapportarsi con i suoi compagni di classe che iniziano a ghettizzarla per via del suo difetto fisico, della sua diversità.
Si può vedere in questo manga come viene trattata la vittima, quali siano le ingiustizie che è costretta a sopportare facendola chiudere in se stessa. Nel corso della storia le cose si evolvono, ma questo lo lascio scoprire a voi nel caso il tema e la storia vi interessi.
Vitamin
Questo manga, volume unico edito anche in Italia, è tra quelli che meglio rappresentano questo tema adeguatamente.
La protagonista infatti deve subire sia dai professori che pretendono fin troppo dai lei e dal suo ragazzo che alla prima occasione non si fa mancare di approfittarsi di lei costringendola a rapporti nei luoghi più strani, uno di questi è proprio l’aula dove viene vista da un suo compagno di classe. Da queste vicende partono tutti i problemi anche perché è stata vista solo lei e non il suo ragazzo.
Life
Gli argomenti trattati in manga sono forti ed esplorano a 360° il bullismo, non a caso la mangaka Keiko Suenobu ha fatto di questo tema il suo cavallo di battaglia, con il suo desiderio di mettere a nudo la società giapponese e di parlare, molto probabilmente, anche delle sue esperienze personali.
In questo manga infatti non c’è spazio per le solite storie d’amore e vita quotidiana tutta rose e fiori, ma tratta di violenza del gruppo nei confronti dei più deboli, di cattiveria gratuita e di come la crudeltà degli studenti possa sfuggirgli di mano trasformando ragazzi normali in personaggi sadici e maligni capaci di architettare di tutto.
Arrivare a te
Arrivare a te è un caso limite e il bullismo ostracizzante viene trattato poco o con discreta superficialità in quanto il tema viene subito ammorbidito da personaggi che si avvineranno alla protagonista levandola dal suo isolamento, cosa che accade raramente nella realtà.
Sawako infatti viene evitata da tutti per via del suo aspetto cupo e poco carino, cosa che le conferirà il nome di Sadako come la ragazzina di the ring, anche se è solamente una ragazza molto timida che non sa come comportarsi con gli altri.
Come nasce però questo fenomeno e come la società nipponica reagisce ad essa
Questo fenomeno nasce a causa della forte pressione che i singoli studenti provano fin dalla più tenera età dovuta sia dal carico di studio, dalle aspettative dei genitori che investono nell’istruzione, sia dal sistema scolastico giapponese.
Difatti in Giappone la scuola è strutturata in modo molto particolare; accedere ad un buon asilo e portare dei buoni risultati consentirà l’accesso ad una buona scuola elementare e di conseguenza questo porterò ad entrare in ottime scuole medie, poi superiori ed infine università.
Solo di recente questi casi di bullismo vengono affrontati dalla società, un esempio può essere la canzone Ijime,dame, zettai (lett. Il bullismo, assolutamente mai più).
Il testo della canzone parla delle lotte interiori e delle difficoltà nelle relazioni con il prossimo quando si ha a che fare con il bullismo.
L’aspetto che forse peggiora questa situazione è che i docenti e le famiglie spesso fanno finta di nulla davanti a questi eventi, i primi per non intromettersi e i secondi perché molto spesso non c’è comunicazione con i propri figli.
E tu conosci qualche altra opera che ne parla, se si qual è? Conoscevi già questo aspetto del Giappone? Che cosa ti ha fatto pensare?
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