Ikebana: fiori e arte
L’ikebana, in giapponese “fiori viventi”, è una pratica che ha origine in Oriente (India, Cina), ma sviluppa il suo lato più artistico in Giappone, dove viene anche chiamata kado, “via dei fiori”.

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Che cos’è?
Si tratta di una vera e propria arte della composizione di piante e fiori recisi, ispirata ai principi dello Zen. Inizialmente le opere venivano create come offerta agli dei, da parte di nobili e monaci buddhisti; solo successivamente divenne una pratica comune per tutto il popolo. Ancora molto diffusa nel paese del Sol Levante, quest’arte rappresenta noi stessi, ciò che si vuole esprimere in quel determinato momento, non si tratta di una composizione destinata a piacere agli altri, ma deve simboleggiare equilibrio e armonia, utilizzando le piante che la natura ci offre in quel momento, in base alla stagione. Esistono diversi stili di ikebana:
- Rikka: è il più antico e si basa su composizioni molto grandi;
- Nageire: usa vasi alti e composizioni semplici;
- Shoka: composizioni semplici e sobrie;
- Moribana: letteralmente “ammasso di fiori”, è uno stile con vasi alti, pieni di fiori grandi.

Tutte le composizioni hanno in comune la sistemazione degli elementi, che devono formare un triangolo. Il ramo più lungo è quello che indica il Cielo (Shin) ed è l’elemento principale, il più corto è la Terra (Hikae), solitamente sistemato davanti agli altri due o in posizione opposta, e quello di mezzo rappresenta l’Uomo (Soe), che è sempre un po’ inclinato verso il ramo alto. Ogni pianta ha un suo significato, e i tre elementi principali vengono scelti in base a ciò che si vuole esprimere, tutto ciò che si vuole aggiungere intorno diventa ornamento.
Oltre a piante e fiori si possono usare sassi, rami secchi, foglie e altri elementi che possono rappresentare la natura. Anche la scelta del vaso è importante: alto, basso, colorato, con le forme più svariate, può essere di ceramica o addirittura un tronco d’albero, l’importante è che non sia trasparente. All’interno solitamente si inserisce il kenzan, una base che può avere diverse forme, fatta di chiodi con le punte all’insù, che aiutano a sostenere la composizione e il fluire dell’acqua.
Curiosità
Molto spesso nelle case in stile giapponese l’ikebana viene posto nel tokonoma, ovvero nella parte rialzata all’interno della washitsu, la classica stanza giapponese con le porte scorrevoli e il pavimento coperto dal tatami. Anche nella cerimonia del tè si può trovare una composizione realizzata con le regole dell’ikebana, piccola e poco vistosa. È lo stile chabana, cioè fiori per il tè, in cui viene usato un bocciolo e alcune foglie verdi.

Ci sono diverse scuole in Giappone che insegnano quest’arte, alcune delle più famose sono: Ikenobo, la più antica, fondata dal monaco Senkei Ikenobo nel 1462; Ohara che fonde lo stile tradizionale e quello più innovativo, legato alla natura e alle stagioni; e infine una scuola il cui motto è “tutti possono praticare l’ikebana”, la Sogetsu, che, oltre a mantenere le regole base, aggiunge elementi e materiali che si fondono con la natura. Anche in Italia si è diffusa l’arte dell’ikebana e diverse scuole propongono corsi su come imparare a praticarla. Makoto Azuma è uno degli artisti giapponesi più famosi nell’arte dell’ikebana.
Credits
Fonte consultata: TuttoGreen (sito in italiano), The Green Revolution (sito in italiano)

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