Intervista: Benedetto Motisi [Casa editrice Kasaobake]
La casa editrice Kasaobake si racconta attraverso la voce del suo fondatore Benedetto Motisi
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Ciao Benedetto, iniziamo subito con la nostra chiacchierata: quando nasce la vostra avventura?
Ufficialmente siamo partiti a novembre 2014, ma la preparazione (mica da ridere) è antecedente di 5-6 mesi. Fra lavoro dietro le quinte e uscita ufficiale, è quasi un anno che Kasaobake è più che un’idea!

Perché avete scelto di pubblicare proprio fumetti/manga di autori italiani?
Il nucleo degli autori di Kasaobake proviene da una precedente esperienza, è sembrato naturale proseguire su questa strada, coinvolgendo sempre più nuovi autori.
Come si struttura la vostra linea editoriale?
L’unica vera regola è: nessuna censura. Se un’opera (o una proposta di un nuovo autore) piace, l’editing effettuato è esclusivamente rivolto alla “lima” più che al “machete”. Se la proposta è irricevibile, la si ferma all’inizio. Insomma, meglio respingere che snaturare. Per il resto – anche se è un rischio – non ci si è voluti limitare a un solo “genere”: si, il target di riferimento ha sicuramente fra 15 e 25 anni ma ci sono un paio di titoli un po’ più “seinen” anche se di più difficile digestione per quello che è il lettore-tipo del manga in Italia. L’ideale è fare ordine con più etichette non appena il parco titoli lo consentirà.
Come selezionate i vostri autori?
Un piccolo staff interno di tre persone decide a maggioranza sulle proposte, valutandone i pro e i contro di una eventuale commercializzazione. La barriera di materiale richiesto (15-20 pagine complete, sinossi della trama e studio dei personaggi) è utile per “respingere” quanti, in futuro, potrebbero “mollare” lasciando i lettori all’asciutto, che è il vero problema che genera sfiducia in titoli esordienti. Si tratta di un lavoro che si fa sostenuti da un’ENORME passione, se viene meno, è un problema.
Quanti titoli riuscite a pubblicare ogni anno?
Attualmente siamo a 8 titoli, entro fine anno dovrebbero aggiungersi altre 3-4 nuove proposte. NO SPOILER (si ok, si sa che due di queste sono Sasso coi Capelli di Chiara De Plano e Hien di Riccardo Lo Giudice akaLoErre)

Qual è l’aspetto più complicato del tuo lavoro?
Nel mio caso specifico, la parte amministrativa, che cordialmente detesto. Però è il mio ruolo (e spesso capisco perché molti vanno all’estero e/o mollano la presa…davvero, l’Italia è uno dei paesi con le condizioni peggiori per investire).
Che tipo di manga/fumetti pubblicate?
L’ultimo titolo uscito è Ale&Cucca, il primo shojo di Kasaobake. C’è una grossa propensione nel catalogo, ad oggi, alle storie fantastiche/fantasy con un riferimento all’Italia non solo nella nazionalità degli autori ma anche come ambientazione, soprattutto nei due titoli più “seinen” (Lucretia In Chains e Il Circolo degli Oscuri Segreti).
Partecipate alle fiere del fumetto?
Yeeees, sono i momenti di aggregazione maggiore per gli appassionati, è un investimento da fare non solo a livello di ritorno economico, ma visto che siamo nuovi anche di riconoscibilità di Kasaobake! E poi ci si va sempre con lo spirito degli appassionati!
Ci dici la verità sulla situazione editoriale del manga in Italia, visto gli ultimi flop di case editrici come Gp?
Si naviga come dicono davvero in cattive acque? Quale soluzione consigli al problema? GP, se non erro, ha avuto problemi con il rinnovo delle licenze da Kodansha, nonostante – da quanto dicano da comunicato – godano di buona salute. Il problema vero è che il lettore sta sparendo: un po’ perché l’intrattenimento si è fatto più veloce e multimediale, un po’ perché siamo nel paese “evoluto” con il più alto tasso di analfabeti funzionali e il più basso di lettori forti; se non hai le spalle larghe, non c’è ritorno dell’investimento nell’acquisizione delle licenze di opere già affermate. Semplicemente costano troppo.Puntando sugli autori italiani, oltre a cercare di far crescere una nicchia che, in myhumble opinion, oggi è solo tre-quattro passi avanti dall’amatorialità (almeno a livello di mercato, a livello puramente artistico non c’è nulla da invidiare a nessuno), si bypassa il problema dell’acquisizione licenze ma se ne presentano altri: mercato ancora più piccolo e molto più legato più all’autore e al suo nome che all’opera.
Ecco perché poi si tende a puntare su chi ha più follower che sulla reale qualità, fermo restando che anche questa linea presenta dei rischi quali affidabilità e/o mancato sviluppo del mercato stesso: se prendo uno “famoso” non sto facendo progredire il mercato, sto solo cercando di grindare quanto più possibile.Per carità, a breve termine è una strategia sensata, è inutile nascondersi dietro un dito. Ma a lungo termine rischia di affossare quel poco che a fatica sta emergendo come “movimento”.Al momento, anche se non è semplice, vedo come soluzione quella di far diventare il singolo fumetto un’opera “multimediale” che si declini su più canali: YouTube, gadget, mini-app. Certo, è qualcosa che richiede uno sforzo molto maggiore ma se anche i grandi brand di intrattenimento vanno in questa direzione, con altri budget (vedi i comic-film oppure il legame fra videogiochi, serie tv e light novel/fumetti)..

Alle nostre lettrici che vorrebbero proporsi come vostre autrici che cosa consigli?
Al di là delle preparazione tecnica (sulla quale si esprime più lo staff preposto :D) l’ideale sarebbe quello di presentare storie commercializzabili ma non necessariamente commerciali. Insomma, qualcosa che ti piacerebbe leggere ma che manca e non l’ennesima storia scolastica sul Giappone (soprattutto quando non si è documentati a riguardo come funzioni..).
Invece alle nostre lettrici che vorrebbero lavorare o addirittura fondare una casa editrice speciale come la vostra che cosa consigli?
Pensaci seriamente settordicivolte 😀 Scherzi a parte, è bello farsi prendere dall’entusiasmo ma bisogna avere un minimo di “testa imprenditoriale” quantomeno per girarsi in quel folle mondo che è la burocrazia. E preparati a investire a lungo termine, preparando un business plan ad hoc, nell’immediato (a meno di exploit) non ci pagherai la spesa. Io stesso ho altre tre attività in diversi settori: confesso che se non avessi la passione, ad oggi considererei l’editoria un settore a basso rendimento e ad alto rischio. Quindi si, l’entusiasmo ci vuole e tanto, ma per sostenerti 😀
Ringrazio ancora una volta Benedetto per aver partecipato a questa intervista e per aver condiviso con me e le nostre lettrici le tue opinioni, esperienze e consigli, soprattutto per le persone che si vogliono cimentare in questo ambito.
Per chiunque volesse conoscere meglio la casa editrice Kasaobake e i loro fantastici manga ragazzo può seguirli su:
Sito web: Sito web Kasaobake
Spero che quest’intervista abbia soddisfatto la tua voglia di conoscere di più sul mondo delle case editrici, detto ciò che aspetti a commentare?
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