Fuyumi Soryo
Nome e Cognome: Fuyumi Soryo
Data di nascita: 06/01/1959
Segno Zodiacale: Capricorno
Gruppo Sanguigno: 0
Sesso: Femmina
Località: Beppu, Oita, Giappone
Indice dei contenuti
Biografia
Fuyumi Soryo nasce il 6 gennaio del 1959 a Beppu nella prefettura di Oita e debutta con la storia breve Hidamari no Homonsha per la Shogakukan. Nel 1982 partecipa a un concorso indetto dalla Shogakukan, arrivando 10° (e vincendo così un premio) senza aver mai letto o realizzato un manga (prima di allora infatti aveva fatto solo qualche illustrazione). Così la sensei decide di intraprendere la carriera di mangaka, e dopo aver letto qualche shoujo per studiarne i meccanismi e il funzionamento, inizia a lavorare per la Shogakukan. Ben presto si rivela una mangaka molto prolifica, e questo probabilmente è dovuto al motivo che la spinge a disegnare: il denaro. Lei infatti, a differenza della maggioranza di mangaka, considera il suo un vero e proprio lavoro e non una passione, per questo crea le sue storie in base a quello che potrebbe piacere al pubblico. Ed infatti in un’intervista ha affermato che non si diverte molto a farlo, anzi preferirebbe lavorare nel cinema. Nei suoi primi anni di attività lavora per la Shogakukan, pubblicando per lo più opere brevi o costituite da pochi volumi. Successivamente la sensei, destando un certo clamore, passa alla casa editrice Kodansha per ragioni economiche e di prospettive lavorative, dove ristamperà in edizioni di lusso quasi tutti i suoi manga precedenti. Per questa casa editrice pubblicherà le sue opere di maggior successo.
La Soryo al liceo disegnava su richiesta delle amiche i loro ragazzi ideali, e casualmente un giorno, una sua amica accanita lettrice di manga, le lasciò una rivista shoujo, la sensei la guardò di sfuggita, accorgendosi che c’era un annuncio di un concorso per aspiranti mangaka. Lei decise di partecipare, e da qui ebbe inizio la sua carriera… La cosa strana della mangaka è che non è un amante dei manga, anzi, lei stessa ha affermato più volte che non le sono mai piaciuti, ma li legge solo ed esclusivamente per documentarsi. Anche le sue opere sono state create con il solo scopo di piacere al pubblico, infatti ha realizzato tante storie d’amore anche se avrebbe preferito crearne di più forti. È nata nella famiglia Kanze, caposcuola del teatro No, ma questo genere non le è mai piaciuto particolarmente.
Stile
Il suo è uno stile particolare che difficilmente può essere reso in un anime: i personaggi sono delineati da poche segni, l’uso dei fondini è limitato da un ottimo e ripetuto utilizzo del chiaroscuro. Le tavole sono ritagliate in misura irregolare e molta attenzione è rivolta all’espressività dei personaggi, in particolare gli occhi diventano uno specchio nel quale è riflesso lo stato d’animo dei protagonisti.
Opere
- Hidamari no Homonsha (1982)
- Onajikurai Ai (1985): Shoujo.La solitaria Ai soffre per la sua situazione famigliare e sfoga la sua frustrazione con i ragazzi e i professori…
- Boyfriend (1985): Shoujo.Masaki Takato, bello e dannato, con un grande talento per il basket, incontra Kanako Yuki, che si innamora di lui a prima vista. Tra i due, inizia una difficile relazione.
- Pink na kimi ni Blue na Boku (1985): Shoujo.
- Tea Rose de Hajimaru (1986): Shoujo. Raccolta di storie brevi. 1)Rose Tea de Hajimaru 2) Soshite Amai Yokan 3) Hidamari no Houmonsha (opera di debutto) 4) Tasogare ni Dakarete
- 3 Three- Three (1988):Shoujo. Nel mondo affascinante e difficile della musica, la giovane Rino incontra la rivalità e l’amore.
- Chiki Chiki Bom! (1989): Shoujo. C’è un mondo su questa terra che non conosciamo!! La grande avventura che Chiki e Miu inizieranno in un paese delle meraviglie sta per iniziare!!
- Owaru Heart Janee – Never ending Heart (1989): Shoujo. Raccolta di storie brevi. 1)Never ending heart 2)Ci vediamo nell’Eden 3)L’omino di marzapane è fuggito!
- Kanojo ga Cafe ni iru (1992): Shoujo. Michiru ha due amici d’infanzia e vicini di casa: Ryohei e Shusuke Kuwa. Ma il rapporto tra lei e il fratello maggiore, Ryohei, col tempo sembra essersi deteriorato…
- Eden de Aou- Ci vediamo nell’Eden (1992): Shoujo. Quattro ragazzi con un sogno in comune: accedere all’accademia di belle arti. Ci riusciranno?
- Saboten- Cactus (1995): Shoujo. Racconti autoconclusivi degli esordi della mangaka Fuyumi Soryo.
- Tennen no Musume-san (1994): Josei. Raccolta di storie brevi dedicate ai personaggi secondari presentati nel prequel Kanojo ga café ni Iru.
- Doll (1996): Shoujo.Per il nuovo musical “Doll”, serve una nuova prima ballerina. Sarà l’occasione di Mariel?
- Mars (1996): Shoujo. La tormentata storia d’amore tra Kira Aso e Rei Kashino, su cui si allungano le ombre delle sofferenze e dei traumi del passato.
- ES – Eternal Sabbath (2001): Seinen. Shuro, “ES”, è il frutto di una ricerca sui geni dell’eterna giovinezza che, grazie ai suoi poteri, riesce ad entrare nella mente delle persone…
- Taiyoo no Ijiwaru – Sole Maledetto (2002): Seinen. Raccolta di storie brevi. 1) Sole Maledetto 2)Uomini a scadenza 3)A strange gene 4)Il pesce arcobaleno
- Tamara (2004): Shoujo. La fredda modella Tamara e la sua emotiva manager Tome si trovano coinvolta in una serie di strani omicidi…
- Cesare – Cesare il creatore che ha distrutto (2006): Seinen.Racconta la vita di Cesare Borgia.
- Marie Antoinette – Maria Antonietta – La gioventù di una regina (2016): Seinen. Francia, XVIII secolo. Maria Antonietta, figlia di Maria Teresa d’Austria, venne data in sposa da giovanissima al re di Francia Luigi XVI per stipulare un’alleanza tra le due nazioni. Ma chi era Maria Antonietta prima di diventare la giovane regina?
- Cesare Hakai no Souzousha Tokubetsu-hen: Futari no Kyoshou (2013): Seinen.
Parola all’autore
Nell’ intervista pubblicata su “Kappa Magazine Plus” n°117 di Marzo del 2002, la mangaka ha parlato un po’ dei personaggi dei suoi manga, e per quanto riguarda Makio di Mars, ha detto: “Poco prima della nascita di Makio un ragazzo di quattordici anni ha ucciso un bambino in maniera macabra a Kobe, e io ho temuto che la gente arrivasse a pensare che nella mia volessi incitare certi comportamenti. Il fatto che poi Rei usasse un coltello simile a quello dei criminali minorenni reali mi metteva in una posizione ancora più difficile. La storia di Mars era già nata molto prima di quei fatti, per cui, dopo aver informato il redattore, ho provveduto a smussare le caratteristiche negative di Makio. Ci siamo resi conto che esistono adolescenti molto più violenti di quanto si potesse immaginare, e che probabilmente sono diventati così perché precedentemente erano stati vittima a loro volta. Ho studiato molto queste caratteristiche, ed è su queste che ho plasmato Makio: una persona che risponde alla violenza con un altro tipo di violenza, meno fisica ma ugualmente crudele.”
Ha anche accennato a Rei, sempre di Mars: “Sviluppare Rei è stato più facile perché molti miei amici sono più o meno come lui. Un po’ degli animali, insomma. Ah ah ah! Per le ragazze, invece, ho dovuto seguire le regole degli shoujo manga, e crearle docili, carine, sincere e rispettose dei loro ragazzi.”
Ecco invece cosa ha detto riguardo alle sue opere:
Boyfriend: All’inizio i redattori mi dicevano che non avrebbe mai funzionato, e invece grazie ad essa vinsi il premio della Shogakukan. Il redattore di allora commentò unicamente dicendomi di lasciar perdere tutte le parole tecniche della pallacanestro e le partite, e di impegnarmi sulla storia d’amore. Mi resi improvvisamente conto di com’è il mondo degli shoujo manga.
3 – Three: La seconda serie lunga a puntate. Anche questa non piaceva molto alla redazione, perchè ritenevano difficile realizzare una storia legata alla musica attraverso il fumetto. Grazie al boom dei gruppi musicali amatoriali dell’epoca invece, arrivò fino al quattordicesimo volume. Anche questa voltami dissero di concentrarmi sull’amore senza dare tanta importanza al mondo musicale.
Mars: La prima storia a puntate pubblicata sulla rivista “Bessatsu shoujo friend”. All’inizio pensavo di terminarla in tre volumi, ma alla fine ce ne vollero quindici. Prima di mettermi al lavoro su questa storia, ne avevo in mente un’altra in cui centravano le capacità paranormali, ma dato che non era adatta al target della rivista, decisi di non farla. In quel periodo avevo solo un assistente. Era molto faticoso, ma ormai è uno dei ricordi più divertenti che ho.
Pink na kimi blue na boku: Pensandoci adesso, è stato piuttosto divertente realizzare questa storia. Forse perchè, oltre alla regista e alla sceneggiatrice cinematografica, mi sarebbe piaicuto molto anche scrivere testi per il teatro comico. Sono un bel po’ indecisa vero? Il redattore che mi seguiva durante la realizzazione di questa storia si intendeva molto di comicità, perciò ogni volta che ci vedevamo pensavamo alle gag, alle battute, e così via. E’andata avanti per circa cinque anni. In questo caso ero costretta a disegnare anche lo story-board, perchè scrivere storie umoristiche è davvero difficile, e bisogna fare attenzione ai tempi, alle sfumature dei dialoghi, e così via: far ridere è dieci volte più difficile che far piangere!
Tennen no musume-san: E’ composto da storie che ho sviluppato con i pesonaggi della storia Kanojo ga cafe ni iru. In questo periodo avevo già deciso di cambiare casa editrice, perciò ho provato a cimentarmi in tante tecniche tipiche degli shoujo manga, incluse stelline, fiori e cose del genere…
Kanojo ga cafe ni iru: E’ una storia senza tante impennate, ma mi piace molto. L’ho realizzata anche perchè volevo ambientarne una a Kamakura, che è una città tipica giapponese, e benchè sia meno drammatica del solito l’ho scritta pensando di sperimentare un genere leggermente diverso.
Onaji kurai ai: E’ la mia prima storia a puntante. Siccome l’ho realizzata in contemporanea a un’altra serie mensile ho faticato molto a darmi un ordine, e in questo periodo ho smesso di fare gli storyboard inventando il mio metodo di lavoro personale. Quando ho terminato il primo episodio di questa storia abbiamo scoperto che mancava una pagina, così io e il redattore abbiamo litigato incolpandoci l’un l’altro. Quando si è ricordato di essere stato lui a dirmi di disegnare proprio qeulla quantità di pagine, sbagliando all’origine, gli ho lanciato un portacenere di alluminio in faccia: credo che sia da quel giorno che hanno cominciato a considerarmi una donna violenta…
Namae no nai uma: Ho realizzato Namae no nai uma per inserirlo in un volume con altre due storie brevi, ma disegnare tutte quelle scene di gara di moto mi fece esaurire molto presto. Devo ringraziare molto gli assistenti di allora. Siccome non avevo tanto tempo, questa storia è divenuta una sorta di piccolo episodio di Mars.
Nemeru lion: E’ la prima volta che ho realizzato per Kodansha, e mi sono impegnata per renderla adatta al target della rivista.
Owaru heart janee: L’ho realizzato subito prima di mettere mano a Three, e non piaceva al redattore perchè ambientata nel mondo della musica. L’ho sempre considerata una “prova”, ma leggendola adesso mi sono resa conto che è una storia d’amore, punto e basta.
Eden de ao: Penso che questa storia possa essere amata od odiata senza mezze misure. E’ ispirata a un episodio da me vissuto quando ero liceale, perciò non ha un vero e proprio culmine, ma il redattore mi incoraggiò a completarla. Visto che era una storia vera al 90%,l’ho realizzata apposta con disegni molto semplici.
Ginger man nigeta: L’ho realizzato per un mensile mentre portavo avanti Three su un settimanale. Al contrario di Three, si tratta di una serie piuttosto leggera, scritta pensando ai ritmi della commedia teatrale. Personalmente trovo più facile realizzare storie di questo tipo, ma pare che al pubblico piacciano di più le storie drammatiche.
Saboten: Saboten, Pekan no nuts no Pie e Gesshoku sono un bel po’ diversi dai tipici shoujo manga, e sicuramente saranno sembrati strani ai lettori, abituati ai miei precedenti lavori.
Iroseru gogo: L’ho realizzato per una rivista un po’ particolare chiamata “Petit Flower” mentre portavo avanti Boy Friend. Leggendola adesso mi sembra più vicina al target dei seinen manga. Allora non esistevano ancora riviste per il pubblico femminile adulto, perciò ero convinta di lavorare per riviste di shoujo manga solo perchè ero una donna. Ma per me è più facile realizzare questo tipo di storia.
Soshite amai yokan e demo 45° no kare: Sono storie brevi e autoconclusive pubblicate sul settimanale “Shoujo comic”. Soshite amai yokan risale a prima dell’inizio di Boy Friend, mentre Domo 45° no kare l’ho realizzata contemporaneamente a quella serie e a Pink na Kimi ni Blue na Boku per un mensile, quindi ho dovuto gestirle tutte a una velocità mostruosa. Visto che non avevo molto tempo a disposizione, gli sfondi li facevo tutti col pennarello.
Doll: L’ho realizzata subito dopo essermi trasferita alla Kodansha, cercando di realizzare una storia diversa da tutte quelle prodotte fino ad allora, ed è uscita questa, ambientata nel mondo della danza. Qui ho scoperto che è molto più faticoso realizzare scene in cui molte persone ballano contemporaneamente, piuttosto che gare di moto. Questo genere di racconti li affronto molto di rado.
Contatti
Sito web: Il sito di Fuyumi Soryo (sito in giapponese) fuyumis.com (nuovo sito in giapponese)
Credits
Fonte consultata: NekoBonBon, Intervista a Fuyumi Soryo pubblicata sulla rivista Kappa Magazine Plus n°117 di Marzo del 2002
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